lunedì 23 dicembre 2013

buon sole a tutti!

Gli antichi pagani celebravano il 25 dicembre la festa del Sole Invitto, il Dio Sole El Gabal, importato da Eliogabalo nel 218 dalla Siria. Fu Aureliano a instaurarne il culto nel 270, e a consacrarne il tempio il 25 dicembre 274, durante la festa del Natale del Sole.
La ricorrenza è legata al solstizio d’inverno, quando il Sole tocca il punto più basso del suo percorso, sembra fermarsi per tre giorni (da cui il nome di solstitium, “fermata del Sole”) e ricomincia la sua salita, in un succedersi di eventi che si può metaforicamente descrivere come “morte, resurrezione il terzo giorno e ascesa al cielo”.
Fu solo nel 350 che Giulio I scelse il 25 dicembre come Natale di Gesù, stabilendo un legame tra quest’ultimo e il Sole. Un legame testimoniato ancor oggi dal nome inglese diSunday per il giorno del Signore, derivato dal Dies Solis stabilito da Costantino come giorno del riposo romano. E Benedetto XVI ricorda, nella sua intervista Luce del mondo, che “i primi cristiani pregavano rivolti a Oriente, verso il Sole che sorge”.
A Natale festeggiamo dunque la vittoria annuale del Sole, ma sappiamo che prima o poi esso smetterà di vincere. Tra qualche miliardo di anni diventerà una “rossa gigante”, grande abbastanza da inghiottire la Terra. Poi si contrarrà in una “nana bianca”. E infine si spegnerà.
Il film Sunshine di Danny Boyle salta la prima fase, e immagina già nel 2057 un Sole agonizzante. L’umanità congelata tenta di riattivare il proprio astro con una missione spaziale che spari nel Sole una Q-ball, e ci riesce. Per ora, noi godiamoci ancora il Sole Invitto, e appendiamo all’albero di Natale analoghi delle Q-ball, come i nuclei superstabili del nickel-62 o del ferro-56, per festeggiare un Natale laico.
tratto da odifreddi.blogautore.repubblica.it

Nessun commento:

Posta un commento