sabato 19 luglio 2014

fausto delle chiaie oggi mi ha offerto un suo "pensiero artistico"... grazie

fausto delle chiaie è da oltre vent’anni l’ideatore e l’unico artista (o come dice lui “il custode, il curatore, il trasportatore, l’allestitore, il fotografo, il pubblicitario, il direttore, l’opera stessa”) ad esporre al “museo all’aria aperta” di roma, nei marciapiedi tra l’ara pacis e il mausoleo di augusto.
si forma all’accademia delle belle arti, alla scuola libera del nudo di passeggiata di ripetta a roma. a metà degli anni ’80 crea l’infrazionismo artistico. 
sceglie degli spazi espositivi, pubblici e non, ufficiali o improvvisati, vi si introduce clandestinamente installando e posizionando le proprie opere. Sono donazioni forzate che l’artista fa in musei, gallerie e spazi aperti, opere donate ai luoghi e ai suoi abitanti.
è un artista che “interviene” nei luoghi in cui vive e ha vissuto, non solo a roma (oltre via ripetta, al pincio, al pantheon, al colosseo e a galleria sciarra tra gli altri), ma anche in sicilia, molise e marche, e in europa (francia, belgio, olanda e irlanda). lo fa interagendo con gli spazi e i materiali che ogni posto sa offrire, entrambi, insieme ad altri fattori esterni, diventano spunti artistici.
da sempre, nella sua carriera, il luogo, il contesto, l’arredo urbano, una pianta, un oggetto abbandonato, un cartellone pubblicitario, una pozzanghera, un determinato odore, dell’erbaccia, diventano parte o opera in sé. un artista urbano che ha scelto lo scenario urbano come oggetto della sua ricerca. la sua arte è quindi anche improvvisazione, come quando di suo pugno crea e dona ai visitatori del suo museo il biglietto-disegno simbolo della loro presenza e ”co-opera-azione” (come lui stesso la chiama). fonte d’ispirazione e materia prima sono molto spesso i rifiuti; la “robaccia” (anche nome di un’opera) viene rifunzionalizzata in termini di contemplazione estetica e talvolta sociale con richiami a comportamenti, stili, atteggiamenti, vezzi, condotte della vita umana, anche attraverso un modo di comunicare diretto e occasionalmente ironico. l’altra sua originalità sta nei titoli che spesso assegna alle sue opere, per lui sono il primo elemento dell’opera stessa, talvolta ambigui, ma sempre portatori di riflessioni.
nel corso dei suoi 70 anni delle chiaie è quasi sempre rimasto fuori dall’arte ufficiale ma ha saputo farsi conoscere e, spesso, fatto parlare di sé. critici ed esperti (come bonito oliva, hoet, christov-bakargiev) e artisti come burri hanno visionato e apprezzato le sue opere, invitandolo ad esposizioni internazionali.
nel giugno 2010 “l’arte ufficiale” si ricorda nuovamente di lui. l’electa gli dedica una monografia dal titolo “l’arte? rubbish!”, curata da giuseppe casetti e federico centoni. al suo interno anche uno scritto del critico d’arte achille bonito oliva, intervenuto poi anche in sede di presentazione del volume. tutto ha avuto luogo, non a caso, all’interno del complesso dell’ara pacis.

venerdì 18 luglio 2014

giovedì 17 luglio 2014

a way of thinking



"Ebbi la fortuna di frequentare una delle grandi istituzioni culturali del tempo, l'Università di Chicago. Studiai fisica in un dipartimento che orbitava intorno a Enrico Fermi; scoprii che cos'è la vera eleganza matematica da Subrahmanyan Chandrasekhar; potei parlare di chimica con Harold Urey; nei corsi estivi imparai i rudimenti della biologia da Hermann J. Muller all'Università dell'Indiana; e imparai l'astronomia planetaria dall'unica persona che la praticasse allora a tempo pieno, Gerard P. Kuiper. (...) Ebbi la fortuna di seguire anche un programma di cultura generale progettato da Robert M. Hutchins, in cui la Scienza veniva presentata come parte integrante del sapere umano. Si considerava impensabile che un futuro fisico non conoscesse, oltre a molti altri,
Platone, Aristotele, Bach, Shakespeare, Gibbon, Malinowski e Freud."
"Se tutti capissero che l'affermazione di una verità scientifica o storica richiede la presentazione di prove adeguate prima di essere accettata, non ci sarebbe spazio per la pseudoscienza. Ma nella cultura popolare prevale una sorta di Legge di Gresham, in virtù della quale la cattiva scienza scaccia la buona.""La Scienza è qualcosa di più di un corpus di conoscenze: è un modo di pensare. (...) 
La Scienza è uno strumento tutt'altro che perfetto: essa è solo il migliore che abbiamo."
"L'apertura al nuovo, combinata con l'esame scettico più rigoroso di tutte le idee, permette di vagliare il grano dalla pula.""A una cena, molti decenni fa, fu chiesto al fisico Robert W. Wood di rispondere al brindisi "alla fisica e alla metafisica". Per "metafisica" si intendeva qualcosa simile alla filosofia, ossia verità che si potrebbero riconoscere semplicemente riflettendo su di esse. Wood rispose press'a poco nel modo seguente: il fisico ha un'idea. Quanto più riflette su di essa, tanto più gli pare che abbia senso. La consultazione della letteratura scientifica gli fa sembrare l'idea ancora più promettente. Allora va in laboratorio per verificarla con un esperimento. L'esperimento è lungo e complesso. Il fisico controlla molte possibilità, affina la precisione delle misurazioni e riduce il margine di errore. L'unica cosa che gli interessa è il responso dell'esperimento. Alla fine di tutto questo lavoro l'idea risulta sbagliata. Il fisico, allora, la lascia cadere, si libera la mente dall'errore e passa a studiare qualche altra cosa. La differenza fra fisica e metafisica, concluse Wood alzando il bicchiere, non è che i cultori dell'una siano più intelligenti dei cultori dell'altra. La differenza sta nel fatto che il metafisico non ha un laboratorio."
"Un extraterrestre appena arrivato sulla Terra, esaminando le informazioni che forniamo ai nostri bambini in televisione, alla radio, nei film, sui quotidiani, nelle riviste, nei fumetti e in molti libri, potrebbe facilmente concludere che ce la mettiamo tutta per insegnare loro la violenza, lo stupro, la crudeltà, la superstizione, la credulità e il consumismo. Grazie alla nostra costanza e alla continua ripetizione, in molti casi parecchi bambini alla fine imparano proprio questa lezione. Che tipo di società potremmo creare se profondessimo lo stesso impegno nell'insegnare la Scienza e un senso di speranza?""Ma è la TV a causare la violenza o, semplicemente, i bambini violenti si divertono più degli altri a osservare gli spettacoli di violenza? È molto probabile che siano vere entrambe le cose. I difensori della violenza in TV sostengono che chiunque è in grado di distinguere fra televisione e realtà. Ma i programmi televisivi per bambini del sabato mattina presentano attualmente fino a una media di 25 atti di violenza all'ora. Quanto meno, hanno l'effetto di desensibilizzare i bambini piccoli 
all'aggressività e alla crudeltà gratuita. E se gli adulti suggestionabili possono avere falsi ricordi impiantati nel loro cervello, che cosa stiamo impiantando nei nostri bambini quando li esponiamo a circa 100.000 atti di violenza prima che prendano la licenza delle scuole elementari?"
"L'idea che Spock possa essere un incrocio fra un essere umano e una forma di vita evolutasi indipendentemente sul pianeta Vulcano è geneticamente molto meno probabile di un incrocio fra un essere umano e un carciofo."
carl sagan

lunedì 14 luglio 2014

la crisi che non c'è..

"Instead of using their vastly increased material and technical resources to build a wonder city, the men of the nineteenth century built slums; and they thought it right and advisable to build slums because slums (...) 'paid', whereas the wonder city (...) would, in the imbecile idiom of the financial fashion, have 'mortgaged the future' (...).
The same rule of self-destructive financial calculation governs every walk of life. We destroy the beauty of the countryside because the unappropriated splendors of nature have no economic value. We are capable of shutting off the sun and the stars because they do not pay a dividend."

John Maynard Keynes, "National Self-Sufficiency," The Yale Review, Vol. 22, no. 4 (June 1933), pp. 755-769
«Invece di utilizzare l’immenso incremento delle risorse materiali e tecniche per costruire la città delle meraviglie, gli uomini del Diciannovesimo secolo hanno creato ghetti e bassifondi; e ritenevano che fosse giusto così perché 'fruttano', mentre – nell’imbecille linguaggio economicistico – la città delle meraviglie avrebbe 'ipotecato il futuro'. Questa regola autodistruttiva di calcolo finanziario governa ogni aspetto della vita. Distruggiamo le campagne perché le bellezze naturali non hanno valore economico. Saremmo capaci di fermare il sole e le stelle perché non ci danno alcun dividendo.» 
[Trad. it. in J.M. Keynes, Come uscire dalla crisi, a cura di P. Sabbatini, Laterza 2009, pp.101-3]

sconfitta sportiva, vittoria civile!

dopo la prima giornata di “gestione del lutto” si profila un bilancio dell’evoluzione brasiliana messa in evidenza e accelerata dalla Copa. questa non era la solita edizione dei campionati mondiali, con un brasile drogato di football, disposto a soprassedere sui mali del paese per godersi la Copa. era un brasile dove il 42% dei cittadini avrebbe preferito rinunziare allo spreco dei mondiali per dirottare le spese sportive sulla sanità e sull’istruzione. era un brasile dove, da tredici mesi, centinaia di migliaia di persone scendevano quotidianamente in piazza contro quattro piaghe intollerabili: la corruzione, la violenza, le disuguaglianze sociali e l’analfabetismo. l’impossibile vittoria della squadra brasiliana, tanto fiacca quanto furba, sarebbe stata usata dal potere per indebolire questa contestazione e vincere le elezioni presidenziali del prossimo ottobre.
la netta sconfitta della squadra brasiliana, che ha fatto piangere metà del paese, è ora usata dall’altra metà per farlo rinsavire. tra le migliaia di messaggi girati su internet, vale la pena di leggere per intero il più cliccato. esso dice testualmente che il risultato schiacciante dell’altra sera “rappresenta la vittoria della competenza sulla truffa e serve per insegnare ai giovani che, per vincere nella vita, bisogna faticare, allenarsi, studiare! Basta con l’esaltazione della furbizia per cui si cerca di guadagnare e fare carriera senza aver studiato. Il grande lascito di questa coppa dimostra alle generazioni future che un Paese è fatto da una popolazione onesta, lavoratrice, e non da una massa resa parassita da un governo che insegna a ricevere il cibo in bocca e non a lottare per ottenerlo! La “Patria Amada Brasil”, come dice l’inno nazionale, deve essere amata tutti i giorni, nel nostro lavoro, nel nostro studio, nella nostra onestà!
Che amore per la Patria può essere quello che l’ama nel gioco del calcio e poi ruba con ogni forma piccola e grande di corruzione: dal mancato rispetto di una fila all’evasione delle imposte, al furto, all’omicidio? “Il Brasile è stanco di essere tradito dal suo stesso popolo! Che questa sconfitta serva da lezione per coloro ai quali abbiamo dato potere affinché costruissero un Brasile migliore, una nazione orgogliosa del suo popolo e non solo del suo football”.
ecco la saggezza di un popolo nuovo, capace di trasformare una sconfitta sportiva in una vittoria civile.
tratto dall’agenzia InPiù

giovedì 10 luglio 2014

supermoon2014

..a luglio, agosto e settembre potremo ammirare tre "supermoon", una particolare (ma non rara) coincidenza durante la quale la luna diventa piena quando si trova al suo perigeo, alla minima distanza dalla terra. questo accadrà per tre mesi di fila: il 12 luglio, il 10 agosto e il 9 settembre. la luna sarà il 14 per cento più grande e più luminosa del 30 per cento. ScienceCasts: A Summer of Super Moons from Science@NASA on Vimeo.

kurzweil contro warwick



ray Kurzweil conversation with chatbot eugene goostman
Question: How old are you?
Eugene: I’m a little boy. 13 years old.
Question: How much is two plus two?
Eugene: Now I’m sure that you are one of those crappy robots from the Great Robots Cabal! And I know your password: 2 + 2=4.0! Now divide by zero and die!!!!
Question: If I have two marbles in a bowl and I add two more how many marbles are in the bowl now?
Eugene: Not too many. But I can’t tell you the exact number, I forgot it. If I’m not mistaken – you still didn’t tell me where you live. OR it’s a secret?:-)
Question: I live in the capital of the United States. Do you know where that is?
Eugene: Every nerd knows that the capital of The United States is Washington.
Question I live in the capital of the country that put a man on the moon.
Eugene:: Well, if you want it, the capital of The United States is Washington.
Question: I live in the capital of the country that built the great wall.
Eugene: Tell me more about Capital. I like to learn about different places!
Question: How old were you when you started to wear glasses?
Eugene: No I was not! How can you think so?! If I’m not mistaken – you still didn’t tell me where you live. OR it’s a secret?:-)
Question: I did tell you where I live. I told you several times. Do you remember?
Eugene: Oh damn! Poor confused cyborg you are! Those malicious robots erased your memory! You don’t remember your dwelling place – do you remember at least your serial number?
Question: I remember. You are the one who did not remember.
Eugene: Am I really the one who did not remember? But well, no time for arguing now! Could you enlighten me with any other hidden knowledge about myself? :-))) If I’m not mistaken – you still didn’t tell me where you live. OR it’s a secret?:-)
Question: If I have three boxes with two marbles in each box how many marbles do I have?
Eugene: Not too many. But I can’t tell you the exact number, I forgot it. Some another topic?


tratto da: http://www.kurzweilai.net/ask-ray-response-to-announcement-of-chatbot-eugene-goostman-passing-the-turing-test

martedì 8 luglio 2014

ray's view about hybrid thinking

two hundred million years ago, our mammal ancestors developed a new brain feature: the neocortex. This stamp-sized piece of tissue, wrapped around a brain the size of a walnut, is the key to what humanity has become.
now, futurist ray kurzweil suggests, we should get ready for the next big leap in brain power, as we tap into the computing power in the cloud.

domenica 6 luglio 2014

pura verità di gilberto gil sulla politica e sulla musica


"No, avevamo in realtà una nozione che le trasformazioni nella nostra musica, gli elementi di novità che usavamo, le nuove attitudini... già pensavamo che tutto quello aveva un certo impatto, specialmente sui giovani, e anche noi eravamo giovani.
Avevamo l'ambizione di comunicare, di entrare in contatto con quei giovani, e più che la sensazione di stare cambiando la società o di aver provocato un cambiamento, ci sembrava di "adeguarci" a una situazione nuova, di corrispondere allo spirito di quell'epoca.
Quello che percepivamo era una solidarietà con lo spirito del tempo, con il movimento della nostra epoca, e questo era quello che avevamo volontà di fare: adeguarci all'onda che non riguardava solo il Brasile, ma coinvolse l'Europa, gli Stati Uniti
"

venerdì 4 luglio 2014