sabato 23 agosto 2014

religione

ho appena letto una frase su un libro. è vero, non sono religioso, non credo nelle religioni. anzi, essendo io agnostico, penso possano il più delle volte risultare distruttive come la storia dell'umanità ci ha insegnato. vanno fatti dei distinguo però:
  • vi sono religiosi nel passato che sono stati devi veri e proprio filosofi. che hanno reso onore all'episteme della parola filosofia. quindi "sapienza" ossia "amore per la sapienza" ed io aggiungo saccentemente "amore per la vita". 
  • e poi vi sono stati e vi sono tutt'oggi religiosi che hanno dato un alto contributo alla vita stessa con il loro impegno alle cause più nobili della società umana: solidarietà, aiuto, carità e umiltà.
  • poi proprio perche i religiosi sono esseri umani devono rispondere ai limiti dell'essere umano. il male è uno di questi limiti. ma in questo caso non ci si può fare nulla. il male regna sovrano sia tra i non religiosi e sia tra i religiosi. detto ciò quelle che seguono sono parole di un religioso appartenete alla religione che reputo più "vicina" al mio idealtipo di spiegazioni della, e nella, vita che è la scienza. più "vicina" perché descrive in maniera dettagliata il problema e anche la risoluzione di questo.
"quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'occidente è che perdono la salute per fare i soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute. pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere né il presente né il futuro. vivono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
tenzin gyatso
(citato in Reata Strickland, Interview with God, Free Press, 2002. ISBN 978-0743229579)

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