giovedì 20 gennaio 2011

quello che penso!

tutti in gabbia e nessuno lo capisce. nel post sotto descrivo qualcosa che accade, fotografo empiricamente le vibrazioni delle stringhe. invece di recitare ci si atteggia come schiavi. impregnati dall'individualismo capitalista e dalla falsa retorica sentimentale che le consuetudini dei nostri "comportamenti socialmente accettati" ci impongono.. sfociando temporaneamente in sopportazione reciproca, poi in tradimento inevitabile e poi in menzogna ed ipocrisia pura!
recitiamo una parte tralsciando e lasciandoci alle spalle reali aiuti alla nostra figura di essere umani. aiuti reciproci reali non finti di cui avremmo bisogno per un mondo migliore sgorgante di benevolenza e comprensione, ma soprattutto di sforzo attivo e gratuito, atto a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno.. ed ogni essere umano di qualcosa ha bisogno!

1 commento:

  1. Siamo in perenne mutamento, siamo bruchi, o farfalle, ciò che è stato, ciò che è, ciò che sarà...
    Ritengo che sia il "comportamento socialmente accettato", sia l'isolamento sentimentale siano decisioni che possono farci star bene o annientarci...ma, nell'essere "uno, nessuno e centomila" correremo il rischio di seguire "quell'uno" la cui voce ci avvolge, "quell'uno" nei cui panni, per un giorno o per sempre, potremmo sentirci a casa.
    Nella quotidianità ti è data la libertà di scegliere chi vuoi essere. tu chi vuoi essere? quella sarà la tua gabbia o, se vuoi, l'espressione della tua più autentica libertà.
    "A te la scelta, campione!" :)

    L.

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