http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/06/28/news/monza_il_primo_trapiantato_di_mano_in_italia_si_fa_amputare_tredici_anni_dopo_l_intervento-62017463/?ref=HREC1-2
c'è qualcosa di strano in tutto ciò. filosoficamente penso che le ns parti del corpo, materialmente parlando, sia assoggettate e sottomesse a propri dettami. come gli utlimi studi sulle neuroscienze chiariscono benissimo... e come avevo letto lo scorso anno nel libro di stephen hawking "il grande disegno" oggi in parte ho capito e tutto trova un fondamento!
diceva:
"Anche se abbiamo l’impressione di poter scegliere che cosa fare, ciò che sappiamo della base molecolare della biologia indica che i processi biologici sono governati dalle leggi della fisica e della chimica e pertanto sono determinati come le orbite dei pianeti. Recenti esperimenti nel campo delle neuroscienze corroborano l’idea che sia il nostro cervello fisico a determinare, seguendo leggi scientifiche note, le nostre azioni e non un qualche agente che opera al di fuori di tali leggi. E’ difficile immaginare come possa operare il libero arbitrio se il nostro comportamento è determinato dalla legge fisica, e così non sembra che non siamo nient’altro che macchine biologiche e che il libero arbitrio sia soltanto un’illusione. Pur ammettendo che il comportamento umano sia effettivamente determinato dalle leggi di natura, sembra ragionevole anche concludere che l’esito è determinato in modo così complicato e in base a variabili talmente numerose da rendere in pratica impossibile predirlo. Per farlo sarebbe necessario conoscere lo stato iniziale di ciascuno dei trilioni di trilioni di molecole presenti nel corpo umano e risolvere un numero all’incirca uguale di equazioni. Ci vorrebbero miliardi di anni.
Essendo così poco pratico servirsi delle leggi fisiche per predire il comportamento umano, adottiamo quella che viene chiamata una teoria efficace.
In fisica una teoria efficace è una struttura creata per produrre un modello di certi fenomeni osservati senza descrivere tutti i particolari dei fenomeni sottostanti. Per esempio, non possiamo risolvere in modo esatto le equazioni che governano le interazioni gravitazionali di ciascun atomo del corpo umano di una persona con ciascun atomo della terra. Ma a tutti i fini pratici la forza gravitazionale agente tra una persona e la terra può essere descritta in termini di un numero ristretto di variabili come la massa totale della persona. Analogamente, non siamo in grado di risolvere le equazioni che governano il comportamento di atomi e molecole complessi, ma abbiamo messo a punto una teoria efficace chiamata chimica.
Nel caso delle persone, dal momento che non possiamo risolvere le equazioni che determinano il nostro comportamento, ricorriamo alla teoria efficace secondo la quale siamo dotati di libero arbitrio. Lo studio della nostra volontà, e del comportamento che ne deriva, costituisce la scienza della psicologia"
turpiloqui d'ecolalia di un ibseniano apprendista hippy, nichilista, onironauta avente memoria eidetica. prigioniero dell'incomprensibile realtà e dell'architettura neurale. ora sulla luna, salpato nei '60 con il saturnoV, si dirigerà verso eta carine. con dromomania e serendipità solcherà l'universo infinito alla ricerca de: singolarità, indizi su energia oscura e l'antimateria, soluzioni sulla teoria delle stringhe e qualcuno che gargantuescamente riesca a stupirmi!
venerdì 28 giugno 2013
mercoledì 19 giugno 2013
lunedì 17 giugno 2013
mercoledì 12 giugno 2013
sebastião salgado genesis
oggettività: genesis, 200 scatti di sebastião salgado, varie zone e soggetti nel pianeta terra, 12 giugno 2013, roma, ara pacis
soggetività: nell'ara pacis di roma capitale, pienamente d'accordo, solo artisticamente, con vittorio sgarbi ("una pompa di benzina texana nel cuore di uno dei centri storici più importanti del mondo") salgado dopo aver viaggiato dal 2004 al 2012 per il mondo alla ricerca di luoghi e popolazioni “originali” ha fatto fermare il tempo, immortalando l'attimo che lo ha colpito nella sua intimità per duecento volte. lo vuole condividere attraverso un hdr in bianco e nero (l'assenza di colore e la somma di tutti i colori) che da un senso di unicità al tema da lui presentato attraverso questo fondo fotografico. l’obiettivo (putroppo non specificato in nessuna fotografia) si ferma sulle foreste tropicali dell’amazzonia, i deserti africani, i ghiacciai dell’antartide. guarda da lontano e da vicino gli indigeni yanomami e i cayapó del brasile; i pigmei e i boscimani del deserto del kalahari. immortala file di pinguini, zebre, elefanti della savana in totale armonia con gli elementi della natura. provando a documentare il disastro che l’uomo può provocare all’uomo se non regola e gestisce il progresso. salgado dice; “l’ho chiamato genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita... nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza”.
ammirando gli scatti si prende coscienza di un altro mondo, antico e perduto quasi definitivamente.
allo stesso tempo ci si accorge della vicinanza e comunanza tra specie viventi su questo pianeta. la similitudine all'essere umano di oranghi e iguane non deve spiazzare ma rendere consapevoli, come diceva carl sagan, della nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro. non tra umani. ma tra animali.
soggetività: nell'ara pacis di roma capitale, pienamente d'accordo, solo artisticamente, con vittorio sgarbi ("una pompa di benzina texana nel cuore di uno dei centri storici più importanti del mondo") salgado dopo aver viaggiato dal 2004 al 2012 per il mondo alla ricerca di luoghi e popolazioni “originali” ha fatto fermare il tempo, immortalando l'attimo che lo ha colpito nella sua intimità per duecento volte. lo vuole condividere attraverso un hdr in bianco e nero (l'assenza di colore e la somma di tutti i colori) che da un senso di unicità al tema da lui presentato attraverso questo fondo fotografico. l’obiettivo (putroppo non specificato in nessuna fotografia) si ferma sulle foreste tropicali dell’amazzonia, i deserti africani, i ghiacciai dell’antartide. guarda da lontano e da vicino gli indigeni yanomami e i cayapó del brasile; i pigmei e i boscimani del deserto del kalahari. immortala file di pinguini, zebre, elefanti della savana in totale armonia con gli elementi della natura. provando a documentare il disastro che l’uomo può provocare all’uomo se non regola e gestisce il progresso. salgado dice; “l’ho chiamato genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita... nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza”.
ammirando gli scatti si prende coscienza di un altro mondo, antico e perduto quasi definitivamente.
allo stesso tempo ci si accorge della vicinanza e comunanza tra specie viventi su questo pianeta. la similitudine all'essere umano di oranghi e iguane non deve spiazzare ma rendere consapevoli, come diceva carl sagan, della nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro. non tra umani. ma tra animali.
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