turpiloqui d'ecolalia di un ibseniano apprendista hippy, nichilista, onironauta avente memoria eidetica. prigioniero dell'incomprensibile realtà e dell'architettura neurale. ora sulla luna, salpato nei '60 con il saturnoV, si dirigerà verso eta carine. con dromomania e serendipità solcherà l'universo infinito alla ricerca de: singolarità, indizi su energia oscura e l'antimateria, soluzioni sulla teoria delle stringhe e qualcuno che gargantuescamente riesca a stupirmi!
sabato 7 luglio 2012
fmi: grazie oliver per aver fatto chiarezza
schiavi del denaro, del fmi, della bce, del gruppo bieldelberg e di quei 90 ladroni che governano il mondo. siamo schiavi della nostra cultura. da istituzioni manovrate dai poteri economici e politici del cosiddetto nord del mondo. istituzioni atte a peggiorare le condizioni dei paesi poveri anziché adoperarsi per l'interesse generale. se solo nei media manipolati passassero le voci inascoltate di stiglitz (nobel per l'economia=forse ne sa qualcosa), chomsky, graeber e bauman.. loro forniscono una serie dettagliata di esempi del ruolo nefasto di queste istituzioni, come la crisi finanziari asiatica e la transizione dall'economia pianificata al capitalismo in russia e nei paesi ex-comunisti dell'europa occidentale: i prestiti del fmi in questi paesi sono serviti a rimborsare i creditori occidentali, anziché aiutare le loro economie. inoltre il l'fmi ha appoggiato nei paesi ex-comunisti coloro che si pronunciavano per una privatizzazione rapida, che in assenza delle istituzioni necessarie ha danneggiato i cittadini e rimpinguato le tasche di politici corrotti e uomini d'affari disonesti. stiglitz osserva che i risultati migliori in materia di transizione sono stati conseguiti proprio da quei paesi, come la polonia e la cina (che non hanno seguito le indicazioni del fmi), mentre in asia il modello economico che ha permesso una massiccia crescita dell'economia di molti paesi si basa su un forte intervento statale, anziché sulle privatizzazioni. stiglitz sottolinea inoltre i legami di molti dirigenti del fmi con i grandi gruppi finanziari americani e il loro atteggiamento arrogante nei confronti degli uomini politici e delle élites del terzo mondo, paragonandoli ai colonizzatori di fine xix secolo convinti che la loro dominazione fosse l'unica opportunità di progresso per i popoli "selvaggi". negli anni '80 l'fmi assieme alla banca mondiale ha cercato di promuovere l'industrializzazione nell'africa sub-sahariana, talvolta ottenendo buoni risultati e spesso fallendo. Difatti in senegal le politiche neoliberiste di eliminazione dei protezionismi doganali hanno contribuito alla scomparsa di interi settori industriali. le critiche nei confronti dell'fmi hanno trovato un ulteriore argomento quando nel 2001 l'argentina (paese che i tecnici del fmi consideravano "l'allievo modello") è andata incontro ad una terribile crisi economica. l'fmi è stato accusato di avervi contribuito con le sue indicazioni o quantomeno di non aver fatto nulla per impedirla..
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Ecco..finalmente riesco a seguire il blog e provare a commentare.
RispondiEliminaCome incipit ci tengo a chiarire come la vedo in generale: credo che il senso e lo scopo di determinate iniziative, come lo sono i blog, siano quelli di perseguire finalità quali quella di portare alla riflessione e alla ricerca se non della verità, quantomeno di qualcosa che possa assomigliarle.
Per fare questo, fatti, cronache e proprie opinione dovrebbero essere analizzati da molteplici punti di vista, in modo che ciascuno sia successivamente in grado di crearsi una propria opinione o esprimere un parere.
Detto questo, mi piacerebbe commentare questo post.
Inanzitutto sono lieto di poter conoscere autori, economisti e opinionisti che prima non avevo modo di seguire e prometto che mi documenterò meglio sulle loro pubblicazioni.
Rimanendo strettamente legato a quanto scritto nel post mi sento di fare alcune osservazioni.
In primo luogo, prendere come esempio di transizione la cina ci vuole un bel coraggio. Transizioni, a parte quella di Mao non mi risulta ce ne siano state molte nei decenni successivi. Il loro modello continua ad essere totalitario e basato fondamentalmente sulla privazione di libertà sia individuali che di "massa". Sicuramente è un modello che mette in discussione la teoria predominante nell'occidente secondo la quale solamente adottando un modello liberale si possono ottenere determinati risultati in tema di benessere ed economia nazionale. Però, dal canto mio, posso dire tranquillamente che mai sostituirei il mio modello di istituzioni con quelle cinesi per avere qualche punto il più di PIL.
La transizione della Russia: su questo argomento ho discusso la mia tesi in triennale in Scienze Politiche. Sicuramente non è stata un successo, ma non dimentichiamo che l'fmi, come scritto giustamente nel post, ha dato delle indicazioni. Da qui a ritenere l'fmi responsabile di tutto il processo mi sembra un po' azzardato. Se la mamma ti dice di non correre in macchina perché è pericoloso, nel momento in cui ti schianti è difficile sostenere che la colpa sia della mamma. Sicuramente un monitoraggio più attento e un processo maggiormente diluito nel tempo sarebbe stato più consono alle esigenze delle istituzioni e dei cittadini stessi.
Su questo punto preme però fare una precisazione: non dimentichiamo che a livello internazionale vige una sorta di "anarchia". Non esistono autorità preposte capaci di poter imporre ai diversi stati sanzioni o decisioni come possono fare magistratura e polizia all'interno di uno stato nazione. E qui, a mio avviso, si coglie la complessità del panorama internazionale, dove il rispetto di accordi/trattati fondamentalmente finisce per dipendere solamente dal buon senso degli stati.
L'argomento Argentina rimane più complesso: da parte mia, penso che gli investitori stranieri siano stati assolutamente danneggiati da un sistema bancario inappropriato e spesso in assoluta malafede (per usare termini soft) che ha scaricato sui risparmiatori tutti i rischi di un default che col senno di poi sembrava preannunciato e inevitabile. Detto questo, resto convinto che le colpe di un default siano principalmente da ricercare all'interno di un Paese. E Solitamente le cause che ricorrono sono molto simili: spese pubbliche fuori controllo, ampia corruzione e incapacità delle istituzioni a varare riforme decise.