pochi esseri umani si soffermano a pensare cosa anima i nostri movimenti. quando vaghiamo nel nostro spazio materiale terrestre; subendo inermi il grande peso della forza di gravità sulla nostra testa e della forza oscura, facciamo quello che dobbiamo fare, agendo inconsciamente sulla base di un coefficiente di serendipità. indirettamente siamo soggetti alla coercizione del principio di indeterminazione di heisenberg. la nascita del nichilismo, come attitudine sociale, risulta a mio avviso intrinsecamente collegata a tutto questo processo di progressione nello spazio temporale dell'esistenza. l'essere umano è in fondo un sistema fisico, una complessa struttura di molecole di carbonio e soprattutto d'acqua.
fatta questa premessa, volendo districarci dall'esistenza e parlando di vita, quella vera, dico che ogni informazione codificata dal nostro cervello è limitata al nostro appartato sensoriale. la percezione di ciò che ci circonda è intrinsecamente personale.
nell'essere umano c'è dell'attività elettrica. nel suo cervello, i neuroni si accendono, poi inviano un segnale al sistema nervoso. questo segnale passa alle fibre muscolari che scattano, ecco allora che l'essere umano allungha un braccio. sembra un libero atto, ma ogni fase di questo processo, è in realtà governata da leggi fisiche, chimiche, elettriche e così via...
oggi si crede che il big bang abbia determinato la situazione iniziale, e che il resto della nostra storia umana, sia solo una reazione delle particelle subatomiche in relazione a queste leggi fisiche di base, si tratta di particelle che hanno un comportamento casuale, assurdo, nel senso che è imprevedibile. è qualcosa di probabilistico.
considerato poi che se fosse verificabile pragmaticamente e scientificamente quello che la scienza ci suggerisce ovvero la “teoria del tutto”... proprio tutto allora verrebbe messo in discussione. giocoforza il multiverso e le 11 dimensioni trasformerebbero tutto ciò che consideriamo verità una ovvia immensa, distruttiva, puerile, nefanda retta via diretta al suicidio collettivo di massa. oppure verso una gargantuesca meraviglia di esperienza ciclica che non conosce ne morte ne fine. ma vita perenne frutto della scomposizione materiale di cio che siamo. il riciclaggio continuo animato. la scomposizione molecolare cha a contatto con il suolo, la terra, rinasce di volta in volta.
è vero sono parolone quelle che scrivo, sicuramente qualcuno mi potrebbe obbiettare una frase del tipo: “parla potabile per favore”. corretto direi.
per esaminare i punti salienti dello sviluppo dell'essere umano dobbiamo prima di tutto esaminare lo sviluppo dell'organismo e di conseguenza lo sviluppo della sua interazione con l'ambiente. se si considera la cronologia di questi eventi, 2 miliardi di anni per la vita, 6 milioni di anni per l'ominide, 100 mila anni per l'umanità che conosciamo, cominciamo a vedere la natura restringente del modello evoluzionistico.
però purtroppo con la presente elenco ad oggi quello che è il frutto dei miei erlebnis di vita altamente limitati ai miei riferimenti bibliografici conoscitivi molto esigui.
il linguaggio che noi esseri umani utilizziamo ne è un esempio. tutti parlano del colore per esempio. ma quello che per me è rosso per un altra persona potrebbe essere o corrispondere a tutt'altro. quello che proviamo a fare è condividere un insieme di 5 lettere. convenire in qualcosa. niente di più sbagliato. la combinazione che per consuetudine diamo a quelle 5 lettere ci limita, ci opprime, ci cataloga, ci assoggetta, ci schiavizza, ci omologa.
quella parola invece è diversa per forma e per reazione ed è intrinsecamente personale.
tutto ciò nasce dal trascendere da un forte isolamento per comunicare in qualche modo gli uni con gli altri. e probabilmente è stato semplice. per dire “acqua” abbiamo prodotto questo suono. per dire “fuoco” abbiamo prodotto un altro suono. ma quello che è davvero interessante è che noi usiamo lo stesso identico sistema di simboli per comunicare tutti i fenomeni astratti ed intangibili che si presentano nella nostra vita. come si esprime la rabbia? come si esprime la frustrazione? come si esprime la solitudine? come si esprime la parola amore? quando dico la parola amore il suono viene fuori dalla mia bocca e colpisce l'orecchio dell'altra persona. viaggia attraverso un intricato percorso che porta al cervello attraverso i ricordi d'amore o di mancanza d'amore. e l'altra persona registra quello che dico e dice di capire. ma io come faccio a saperlo? purtroppo le parole sono inerti, sono simboli, sono morte. capisci? e una grandissima parte di tutta la nostra esperienza è intangibile, gran parte di quello che percepiamo non può essere espresso con le parole. eppure quando noi comunichiamo l'uno con l'altro e sentiamo di avere stabilito un contatto e crediamo di essere stati capiti, proviamo una sensazione quasi di comunione spirituale. ed è forse una situazione transitoria, ma è ciò per cui viviamo.
il difetto più grande del nostro vivere è espresso nella società composta da esseri umani. da qui il grande errore che rende malsana la nostra vita e limita molti esseri umani alla pura esistenza. quindi dobbiamo capire con quale criterio qualifichiamo i differenti comportamenti che sono stati inventati dagli uomini e che cambiano continuamente nel tempo. quali sono le linee guida che esprimono i nostri valori culturali o concetti di moralità?
purtroppo siamo ancora schiavi oggi. ci omologhiamo con l'immagine, con il linguaggio, con il consumo ciclico, schiavi della scarsità creata appositamente per farci spendere e consumare senza etica.
nel nostro sistema economico non è più la domanda a condizionare l’offerta ma è l’offerta che condiziona la domanda. è così che bisogni nuovi sono creati periodicamente e vengono rapidamente considerati vitali dall’immensa maggioranza della popolazione: così lo è stato per la radio, poi l'auto, poi per la tv, il computer e ora il telefonino.
tutte queste merci, distribuite in massa in un lasso di tempo molto limitato, modificano profondamente le relazioni umane: servono, da una parte, a isolare un po’ di più gli uomini dai loro simili, e dall’altra, a diffondere i messaggi dominanti del sistema. gli oggetti che possediamo finiscono per possederci.
il meglio della vita ci sfugge, ma continuiamo perché siamo stati abituati ad obbedire da sempre. l’obbedienza è diventata una nostra seconda natura.
obbedire senza sapere il perché, semplicemente perché sappiamo di dover obbedire. obbedire, produrre e consumare, questo è il trittico che domina la nostra vita.
la disobbedienza lo spaventa più di ogni altra cosa perché la disobbedienza significa rischio, avventura, cambiamento.
così come il bambino si spaventa quando perde di vista i genitori, lo schiavo moderno si sente smarrito senza il potere che lo ha creato. quindi continuiamo ad obbedire.
è la paura che ha fatto di noi degli schiavi e che ci mantiene in questa condizione. accettiamo così questa vita di umiliazione e di miseria.
l’oppressione si modernizza estendendo ovunque forme di mistificazione che consentono di occultare la nostra condizione di schiavi. mostrare la realtà così com’è veramente, e non come viene presentata dal potere, costituisce la sovversione più autentica.
ci siamo convinti che non c’è alternativa all’organizzazione del mondo attuale.
sognare un altro mondo è diventato un crimine condannato all’unanimità da tutti i media e da tutti i poteri. il criminale in realtà è chi contribuisce, consapevolmente o no, alla demenza dell’organizzazione sociale dominante. non c’è follia più grande di quella del sistema attuale.
la via d'uscita?
va distrutto l'incantesimo dell'ideologia della nostra società consumistica, in modo che i desideri repressi di una natura più autentica possano farsi avanti.. dimostrare il contrasto tra come oggi è la vita e come potrebbe essere.
considerando quanto ampie e suscettibili d'interpretazione questa caratterizzazioni possano essere, la storia e la scienza ci suggeriscono di essere molto prudenti nel dire questo è buono questo è cattivo.. questo è giusto questo è sbagliato!
perché basta spostarci di latitudine/longitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. non parliamo poi dello spostarci nel tempo. c'erano morali nel medioevo e nel rinascimento che oggi non sono più assolutamente riconosciute. bisogna solo aspettare che i valori si storicizzino. dico questo perché ho appurato che la vita è tutto ed il contrario di tutto..grandi gioie, grandi emozioni, grandi sofferenze, ma anche grande esaltazione.. l'importante è vivere e non esistere!
ecco dove si incontrano il paradosso di easterlin e la weltanschauung. si incontrano nella vita. una vita basata sulla felicità condivisa. essa è un miracolo, una raccolta nel tempo caratterizzata da momenti di stupore. un agglomerato immateriale di consapevolezza. dove siamo consapevoli di trovarci l'uno di fronte all'altro.
è un elevarci alle esperienze dirette, guardare oltre, curiosità, paura, dubbio...
siamo 6 miliardi di esseri umani e stiamo aumentando. io dico però che ciò che fai, nonostante, quello che fai, fa la differenza.
fa la differenza in termini materiali, fa la differenza per le altre persone e crea un precedente. non siamo vittime di una concomitanza di eventi. siamo sempre noi a decidere chi siamo...
felicità? un qualcosa che arriva dalle vibrazioni umane, dalle sensazioni, da cosa metti davanti a i tuoi occhi, da cosa fai ascoltare alle tue orecchie, da cosa fai annusare al tuo naso, da cosa appoggi sulla tua lingua, da cosa fai toccare alle tue mani.. ma sopratutto con chi condividi tutto questo! questi sono i nostri limiti umani. all'apparenza limiti, sul lungo periodo invece un confine infinito dove all'interno puoi dare da bere alla tua sete di conoscenza, nutrirti di meraviglia della ricerca, dove puoi dedicarti alla scoperta, allo stupore ed i rapporti umani che rendono una vita degna di essere vissuta.
non vivere per esistere. ma vivere per vivere.
nient'altro conta.
federico sii affamato, sii folle ed andrai lontano!
PS: qualche giorno fa una persona mi chiese: ma allora, esiste dio? risposi: non ancora...
Quelle parole di Steve Jobs dovrebbero fare parte del bagaglio culturale di ognuno di noi. Proprio oggi ho visto una giovane coppia che ammirava compiaciuta alcune offerte nei villaggi vacanze....ecco un esempio di persone che hanno deciso più o meno inconsciamente di esistere.
RispondiEliminaE' sempre più difficile vivere. Ogni sforzo entra in collisione con le persone e la società che ci avvolge soffocandoci come una fitta nebbia padana. più cerchiamo di uscirne più ci sentiamo isolati da tutti quelli che hanno scelto una esistenza diversa. ho solo una serie di provvisorie certezze, nulla più. Abbiamo salute e un lavoro che ci permette di stare 11km più vicini alla luna. voglio ringraziare i miei occhi, per darmi la possibilità di drogarmi con le meraviglie dell'universo, il mio tempo, che mi fa dono dell'impagabile privilegio di poter percorrere sentieri inesplorati, la mia macchina fotografica per immortalare le mie visioni, un mezzo di locomozione per scappare dalla non vita che mi circonda, qualche essere umano intelligente con cui condividere i miei pensieri e purtroppo, ma mi auguro ancora per poco, una volgare ed antiquata moneta per fare tutto questo.
non sono sicura che l'anarchia sensoriale e cognitiva possa rappresentare un futuro epistemicamente migliore. ma è un'alternativa. anzi sarebbe un'alternativa. in realtà non lo è. penso, ed è un pensiero nuovo, del momento, fresco come il pesce del martedì, che se darwin aveva ragione una volta raggiunta quella libertà da noi, diciamocelo, tristi leopardiani del xxi secolo, tanto esaltata, ci sarebbe un piccolo gruppo dotato di quel quid aggiuntivo in grado di scovare, o meglio percepire, altre sbarre, altre catene..sarò kafkiana ma a volte mi accorgo di come la mia incapacità di accontentarmi, di esistere, come dite voi, sia ciò che mi impedisce di vivere.
RispondiEliminacerto è che questo post deve essere letto per quello che è, la banale e superficiale idea di una che scrive di mutande (utilizzando comunque una varietà di plurisillabi piuttosto invidiabili).
detto questo le tue parole, amore mio, a volte sono come degli assegni dati a una tribù della foresta pluviale. parlando in maniera totalmente imminente, sono costretta a biasimarti per aver fasciato la testa, senza accorgerti che era il cuore a sanguinare
donna mia bergamascovalenciana quello che nn voglio è andare a parare in un angolo fecondo delle tue sinapsi, laddove i tuoi neutroni godono masturbandosi con i peduncoli cerebrali e la lamina quadrigemina, ma bensì illustrare in che modo il nostro talamo è capace di rendere concreto un segnale esterno. il talamo è la base del mio ragionamento. esso rappresenta un centro intercalato sulle vie della sensibilità somatica, grazie alle connessioni col sistema limbico riesce a trasportare contenuti emozionali della percezione sensitiva. il talamo, regola la componente motoria grazie ai circuiti pallido-talamo-corticali.. da qui puoi evincere allora che nella mia saccente descrizione mi sono trasformato in Girolamo Fabrici d'Acquapendente. proprio lui quello citato dal nostro dio UGO BALDINI. il Fabrici se ti ricordi lavorava ed esercitava presso il teatro anatomico del Bo. ecco io ogni tanto provo ad immedersimarmi in lui e provo a comprendere tutto cio che mi tocca e mi circonda.. conscio del fatto di trovarmi in una situazione alquanto sofferente. del tipo: mi sono fatto di acido lisergico + assenzio.. quindi non vernirmi a parlare di quell'organo posto nella cavità toracica, più precisamente nel mediastino medio , dietro lo sterno e le cartilagini costali.. ma piuttosto parlami di te, della tua unicità, delle tue vibrazioni, della tua pelle d'oca, dei tuoi giramenti di testa o di coglioni, di quando ti senti "fit to life", di quando godi, di quando ti fai di malibù con me.. insomma dei cazzi tuoi. abbatti quella incomunicabilità, indicibilità del reale, solitudine metafisica che attanaglia tutti gli esseri umani e li priva di danzare proprio qui sul pianeta terra.. bacio
RispondiEliminaa te che piace così tanto l'anatomia sfugge quella differenza tra xx e xy che rende ogni visione, ogni battito e ogni palpitazione sensibilmente differente!
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