lunedì 30 agosto 2010

auri

oggi mi va di provare a spiegare un concetto di cui non ho una base scientifica alle spalle ma solo una laurea in scienze politiche e 28 anni di esistenza! ;-P ci proverò lo stesso..

del nostro ammasso di sostanza grigia si conosce solo il 10% giocoforza c'è un 90% di inespresse potenzialità.. no? è un po come quando da bambino a scuola dicevano ai tuoi genitori: si è bravo ma potrebbe rendere molto di più.. dopo una breve anamnesi di una mia paziente in cura ho deciso di scrivere alcune parole:
  • cosa spinge un delfino ad interagire con l'uomo, sorridere e scherzare con lui? 
  • cosa spinge un cane ad essere fedele al proprio padrone fargli compagnia e trasmettere affetto?
..come per tutte le emozioni le teorie a riguardo sono tante e, soprattutto in questo periodo, in continua evoluzione. quindi come potrebbe essere aiutata una persona in "trance" o in "stallo" emozionale?
parlandogli del ruolo del sistema limbico? del pulviron? ..di molecole neurotrasmettritrici? di efferenze viscerali? ..non credo proprio che la questione si riduca a questo. parlando di esperienze "propriamente" animali dobbiamo utilizzare un linguaggio propriamente umano (in quanto animali a tutti gli effetti pure noi). in caso contrario lo psicologo verrebbe svuotato della sua conoscenza. la ragione scientifica utilizza un metodo causale-riduttivo che è insufficiente e non esaurisce in alcun modo la ricchezza dell'esperienza individuale e storica.

cosa dobbiamo fare?
bisogna spostare l'operatività del "kernel" celebrale indirizzando il silico umano verso concretezza e vibrazione che solo certe situazione posso permettere. oggi diamo meno tempo per i rapporti umani, per le cose semplici e, cosa più importante, per noi stessi. mi spiego:
  • non siamo da soli. non siamo tutti uguali. e i problemi del mondo sono tanti e noi in quei momenti tristi siamo al centro dell'attenzione solo per noi stessi... ricordandoci che siamo sempre tutti sulla stessa barca!
  • i veri problemi nell'esistenza di un essere umano sono altri
  • dall'altra parte, mi riferisco e, a questo punto, ci riferiamo, a quei sentimenti minori di tristezza. quelle situazioni in cui, sì c'è un calderone che ribolle e fa stare male, ma, con un po' di equilibrio e, sicuramente, un ambiente favorevole, si può controllare, lenire e guarire.
  • di cosa ha bisogno un essere umano? di poche cose: un tetto, del cibo, dormire tanto, divertisi ed essere felice.
  • ricordare che la parola amore come ho gia spiegato qui è solo una personalissima individualista visione di vita.. se concepita nel nostro collettivo parametro della società contemporanea!
  • le domande che bisogna porsi per stare bene sono altre: stiamo veramente facendo il bene delle persone? io sto bene se chi mi circonda sta bene!
  • soli lo siamo solo in due momenti della vita. nasciamo soli e muoriamo soli. questa è la verità. dalla nascita alla morte invece non lo siamo.. siamo in compagnia di 6 miliardi di persone!
  • la salute se presente è sinonimo di benessere, felicità. quindi preserviamola e non va logorata. invece putroppo problemi che si potrebbero risolvere con un niente diventano enormi proprio perchè non siamo abituati a cavarcela da soli (sterotipizzo e generalizzo ovviamente sbagliando ma non mi piace riferirmi a un campione specifico anche perchè non saprei come denominarlo!)
  • è un po' la questione delle allergie: miliardi di allergie e intolleranze che spuntano fuori dal nulla. è vero che il tasso di mortalità odierno è minore di quello di un tempo, però sono anche dell'idea che per vivere forti e felici, un po' si debba soffrire. iniettare vaccini per qualsiasi tipo di malattia è spesso controproducente..
concludo dicendo che le emozioni possono essere definite come un insieme di processi specializzati per la risoluzione di problemi. per l'instaurarsi di tali emozioni è necessario avere un modello di sé e della relazione tra sé e il mondo. ma cosa succede nel cervello? le emozioni sono chimica. e l'aspetto comunicativo non aiuta. quindi serve la comunicazione non verbale. ricordiamoci che la comunicazione non verbale è usata anche dagli animali ed è più antica di quella verbale e più genuina.
credo che una carezza, un gesto, uno sguardo a volte valgano più di mille parole.
tra tutti gli animali (di cui antropologicamente facciamo parte)..

rinnego e retiffico tutto quello che ho scritto perchè tanto finchè non scopriremo (e non lo faremo mai) come si muovono o cosa fa vibrare (su e giù a dx o sx) le stringhe qualsiasi discorso risulterebbe puerile nonchè scarno nell'esposizione..

quindi a volte senza porsi tante domanda si può agire clinicamente facendo solo una cosa: vivere e non limitarsi ad esistere!

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