lunedì 28 giugno 2010

h

dopo tanto tempo necessito riflettere su una cosa. un gesto. tanto tempo fa. credevo che per essere felici bastasse aumentare le utilità. pensavo si potesse essere dei perfetti massimizzatori di utilità anche in solitudine, in realtà la felicità non è reale se non è condivisa. confidavo nel gesto della razionalità, creando/spezzando ogni dispiacere con la stessa facilità di un piacere. mi sono sbagliato. mea culpa. piu vado avanti verso la mia smaterializzazione molecolare e più percepisco dalle interazioni sociali che le stringhe vibrano solo in alcuni casi. esse acquistano significato unicamente grazie all’assenza di strumentalità. sicuramente non al denaro, alla moneta, al profitto. materiali che hanno creato dinamiche tali da rendere isolato, solitario e dunque un infelice, l'essere umano.
tu, che sentivi con la mia mente e pensavi con i miei sensi, sappilo, mi manchi!

venerdì 18 giugno 2010

il perchè di bbking & muse

sono figlio del mio tempo ma non devo dimenticare cosa il passato ha seminato. scrivo queste parole per descrivere cosa centrano i muse con bbking. e per rispondere a coloro che non riescono a trovare il nesso tra contemporaneo e antico.

il suono prodotto da un valvolare fender e la mano di un essere umano ottantaquattrenne che sfreccia con parsimonia e la delicatezza degne di un colibrì sulla tastiera di una chitarra chiamata lucille possono essere abbinate ad uno spettacolo di luci, effetti e suoni senza confini udibili intrisi di spirito critico contro chi ci vuole ma non ci avrà mai!

ecco tutto quello che dovevo dire..
..e le strighe continuano a vibrare!

venerdì 11 giugno 2010

sacro e profano

..un grande pessimismo indica intrinsecamente un grande ottimismo, è vero.
ma forse la sola cosa che mi tiene in vita è la perenne sete di conoscenza, sete di mondo, sete di viaggio, sete naturale, sete di vita!

quello in cui non credo è la speranza in un mondo basato su questo sistema. mi spiego. penso che facciamo acqua da tutte le parti. se penso al nostro mondo così detto occidentale mi viene in mente una nave che sta per affondare in balia delle onde. una nave incapace di intraprendere un qualsiasi reale progetto sociale comune mondiale. vince il più forte sul debole, da sempre, il più ricco sul più povero, il tutto in nome di cosa? del dio denaro e del possesso materiale. tutto ciò è intriso nella nostra quotidianità. dove lo schiavismo è la forma di lavoro. il lavoro è una gabbia repressiva di sfruttamento che toglie tempo alla vita e rende la vita solamente "esistenza". gli stati occidentali purtroppo sono delle multinazionali in grado di garantire un po di finta assistenza ai pochi abitanti che hanno avuto la fortuna/sfortuna di nascerci.

non esiste più la creatività, l'estro, si vive di talento represso.. nella nostra società occidentale! i governanti sono quei bambini che toccano il volante dell’automobile del padre facendo vvvrum vvvrrum, e si esaltano quando il papà li lascia credere, sterzando appena un po, che l'auto andrà dove vogliono loro.

la maggioranza delle persone non può costruirsi alcun percorso di vita, può solo subire il percorso obbligato che chi li domina stabilisce, dal datore di lavoro, alla moglie, allo stato. nella nostra società viene esaltato un individualismo irreale, fasullo. viene premiata attraverso i media, con la popolarità una vera e propria demenza espressiva che sfocia poi nell'accumulo economico. cosa ci facciamo su un pianeta in cui chi è al potere lascia volontariamente che muoiano ogni giorno 35.000 bambini di fame? O in uno stato che vende ai suoi cittadini, lucrando, un prodotto dove c'è scritto NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE?

ogni giorno nel mondo, anche oggi giorno d'inizio dei mondiali di calcio in africa, dovermmo avere a mente quei bambini morti. morti di cosa? 
di povertà, fame e malattie facilmente curabili. esistono da 55 anni 72,000 funzionari delle nazioni unite che prendono 15,000 dollari a testa al mese preposti a studiare il problema della fame nel mondo. continuando a ragionare in dollari, se questi 72,000 prendessero 10,000 dollari invece di 15,000 non morirebbe più nessun bambino di fame perché il costo di 5 tazze di riso per i 35,000 bambini è di 7,000 dollari.

la soluzione a questo mio turpiloquio? c'è, ma è dentro di noi!
è una grande responsabilità rispetto non al "cambiamento del mondo" ma del "tuo mondo".
vivo quando interagisco con gli amici, quando sono a casa mia con i miei cari, con i miei nipotini, quando mi confronto anche aspramente, con altri esseri umani, seguendo sempre quello che è il "buon senso", quando calpesto terre che non ho calpestato prima, quando parlo con una mia amica incinta del futuro suo nascituro/a con tutta la spettacolarità che è la vita nuova che verrà.. questo è il mio ottimismo. non l'istituzione, nn lo stato. ma l'mmaterialità, le cose che non si possono acquistare o possedere, attimi che passano lasciano il segno e ritornano di rado. queste sono le vibrazioni della vita e non dell'esistenza.

scopri te stesso e saprai dove andare...

io non ci sono ancora riuscito! ho reso l'idea julia? :-)
con affetto e stima
enrico

martedì 8 giugno 2010

schiavi fino a 70 anni, quanti di vita e quanti di esistenza?

stiamo passando una stagione di riflusso "per fortuna", perche’ più il riflusso sarà forte più il flusso che seguirà sarà positivo.

spero, che esso sia la risposta al flusso degli anni settanta, anni molto molto forti...

tutto quello che stiamo passando oggi, è talmente radicale, ha una sua profonda ottusità, che non puo’ che annunciare un grande flusso straordinario verso altro, che forse sarà l’arrivo dei tecnocrati e la sparizione dei politici burocrati...

non abbiamo ancora capito nulla di come si vive! ci limitiamo ad esistere...

Silvano aiutaci tu!

lunedì 7 giugno 2010

lubiana venus project

l'incontro con jaques e roxanne è stato molto positivo.. un migliaio di persone presenti! un vero genio, un avanguardia che poche persone putroppo riescono a cogliere..

in un mondo in cui regna sovrana la fittizzia libertà di scelta imposta dall'alto. l'attuale sistema non è in grado di fornire elevati standard di vita per tutti, e non può nemmeno garantire la protezione de ll'ambiente, perché la motivazione principale è quella del profitto. la colpa non è interamente delle aziende; sono costrette ad operare in questo modo per rimanere competitive. inoltre, con l'avvento dell'automazione, della cibernazione e dell'intelligenza artificiale, ci sarà sempre di più un rimpiazzo di persone da parte dei sistemi automatizzati.

di conseguenza, meno persone saranno in grado di acquistare beni e servizi, nonostante la nostra capacità di produrre in abbondanza rimarrà. per trascendere le nostre limitazioni, il VP propone che ci impegniamo per la realizzazione un'economia basata sulle risorse (RBE, Resource Based Economy) globale, in cui le risorse del pianeta sono eredità comuni di tutti i suoi abitanti. le pratiche attuali di razionamento delle risorse attraverso metodi monetari sono irrilevanti, controproducenti, e per nulla adeguate alle necessità dell'umanità. per dirla semplicemente, un'economia basata sulle risorse utilizza le risorse esistenti - invece del denaro - per garantire un metodo di distribuzione eguale, nel modo più umano ed efficiente possibile. si tratta di un sistema in cui tutti i bene e i servizi sono disponibili a chiunque, senza l'uso di denaro, credito, scambio, o qualunque altra forma di debito o schiavitù.

per comprendere meglio un'economia basata sulle risorse considera la seguente proposizione: se tutto il denaro mondiale dovesse scomparire domattina, fintantoché il soprassuolo, le aziende, il personale e le altre risorse rimangono intatte, possiamo produrre tutto ciò che ci serve per soddisfare i nostri bisogni. alla gente non serve denaro, piuttosto l'accesso gratuito alla maggior parte dei bisogni, senza doversi preoccupare di avere una stabilità finanziaria, o dover avere a che fare con la burocrazia governativa. In un'economia basata sulle risorse, basata sull'abbondanza, il denaro diventa irrilevante. molto brevemente, il Venus Project (VP) è un'organizzazione che propone un piano di azione fattibile per un cambiamento sociale, un piano che punta ad una civilizzazione pacifica e sostenibile. il VP sottolinea un'alternativa a cui aspirare, dove i diritti umani non sono solamente una dichiarazione sulla carta, ma un vero stile di vita. il VP non presenta solo una visione di come potrebbe essere, bensì una visione di come il mondo può essere, se applichiamo ciò che già conosciamo, per raggiungere una nuova civilizzazione globale sostenibile. esso invita ad una

completa ri-progettazione della nostra cultura, in cui i vecchi problemi di guerra, povertà, fame, debito e sofferenza umana non necessaria sono visti non solo come evitabili, ma come totalmente inaccettabili. qualunque cosa che proponga meno di ciò risulterà in una continuazione degli stessi problemi che osserviamo nel mondo odierno.
il VP presenta una visione alternativa per una civilizzazione globale sostenibile come nessun altro sistema, sia esso politico, economico o sociale, ha mai proposto.
immagina un futuro vicino in cui il denaro, la politica, interessi personali e nazionali sono spariti. nonostante questa visione possa sembrare idealistica, è basata su anni di studi e ricerche sperimentali. si spazia dall'educazione, ai trasporti, alle fonti di energia rinnovabile, fino a interi sistemi cittadini...

martedì 1 giugno 2010

sulla servitù moderna

sulla servitù moderna è un libro e un film documentario di 52 minuti prodotti in modo del tutto indipendente; il libro (e il DVD che contiene) è distribuito gratuitamente in alcune piazze alternative in Francia e in America Latina. Il testo è stato scritto in Giamaica nell’ottobre 2007 e il documentario è stato ultimato in Colombia nel maggio 2009. Esiste in versione francese, inglese spagnola e italiana. Il film è stato elaborato a partire da immagini sottratte, principalmente da film di fiction e documentari.

L’obiettivo centrale di questo film è quello di smascherare la condizione dello schiavo moderno nel quadro del sistema totalitario mercantile e di rendere visibili le forme di mistificazione che occultano questa condizione servile. È stato realizzato con l’unico scopo di attaccare frontalmente l’organizzazione dominante del mondo.

Nell’immenso campo di battaglia della guerra civile mondiale, il linguaggio costituisce un’arma di prima scelta. Si tratta di chiamare veramente le cose con il loro nome e di far scoprire l’essenza nascosta di queste realtà tramite il modo in cui le nominiamo. La democrazia liberale è un mito perché l’organizzazione dominante del mondo non ha nulla di democratico e neanche di liberale. È quindi urgente sostituire il mito della democrazia liberale con la sua realtà concreta di sistema totalitario mercantile e di diffondere questo nuovo appellativo come una scia di polvere pronta ad incendiare le menti rivelando la natura profonda della presente dominazione.

Qualcuno spererà di trovare qui delle soluzioni o delle risposte pronte, tipo piccolo manuale “Come fare la rivoluzione?”. Non è questo il proposito del film. Qui si tratta di fare la critica esatta della società che dobbiamo combattere. Questo film è prima di tutto uno strumento militante che ha vocazione di far riflettere il più gran numero di persone e di diffondere la critica ovunque non abbia accesso. Le soluzioni, gli elementi di programma, vanno costruiti insieme. Ed è nella pratica, prima di tutto, che brillano alla luce del giorno. Non abbiamo bisogno di un guru che ci venga a spiegare come dobbiamo agire. La libertà d’azione deve essere la nostra caratteristica principale. Quelli che vogliono rimanere schiavi aspettano l’uomo provvidenziale o l’opera che basterebbe seguire alla lettera per essere più liberi. Di queste opere e uomini che si sono proposti di costituire l’avanguardia rivoluzionaria e condurre il proletariato verso la liberazione dalla sua condizione, ne abbiamo visti fin troppi nella storia del XX secolo. I risultati da incubo parlano da sé.

Tra l’altro, noi condanniamo tutte le religioni perché generatrici di illusioni che ci permettono di accettare la nostra sordida condizione di dominati e mentono o farneticano su quasi tutto. Ma condanniamo anche ogni stigmatizzazione di una religione in particolare. Gli addetti del complotto sionista o del pericolo islamista sono delle povere teste mistificate che confondono la critica radicale con l’odio e il disprezzo. Non sono capaci di produrre che fango. Se alcuni di loro si dicono rivoluzionari, è più in riferimento alle “rivoluzioni nazionali” degli anni 1930-1940 che alla vera rivoluzione liberatrice alla quale noi aspiriamo. La ricerca di un capro espiatorio in funzione della propria appartenenza religiosa o etnica è vecchia quanto la civiltà ed è solo il prodotto delle frustrazioni di quelli che cercano risposte rapide e semplici di fronte al vero male che ci opprime. Non ci può essere ambiguità sulla natura della nostra lotta. Siamo favorevoli all’emancipazione di tutta l’umanità, senza alcuna forma di discriminazione. Tutto per tutti è l’essenza del programma rivoluzionario al quale noi aderiamo.

I riferimenti che hanno ispirato questo lavoro e più in generale la mia vita sono espliciti in questo film: Diogene di Sinope, Étienne de La Boétie, Karl Marx e Guy Debord. Non li nascondo e non pretendo di aver inventato l’elettricità. Mi si riconoscerà semplicemente il merito di essere riuscito a servirmene per illuminarmi. Quanto a coloro che troveranno da ridire su questa opera perché non sufficientemente rivoluzionaria oppure troppo radicale o ancora troppo pessimista, propongano la loro visione del mondo nel quale viviamo. Più numerosi saremo a diffondere idee e più la possibilità di un cambiamento radicale potrà emergere.

La crisi economica, sociale e politica ha sancito il fallimento del sistema totalitario mercantile. Una breccia è aperta. Si tratta ora di infilarcisi senza paura, ma in modo strategico. Bisogna però agire velocemente perché il potere, perfettamente informato sullo stato della radicalizzazione della contestazione, prepara un attacco preventivo senza paragoni con quello che abbiamo conosciuto finora. L’urgenza dei tempi ci impone quindi l’unità piuttosto che la divisione, perché ciò che ci unisce è molto più profondo di ciò che ci divide. È sempre molto facile criticare quello che fanno le organizzazioni, gli individui o i vari gruppi che invocano la rivoluzione sociale. Ma in realtà, queste critiche partecipano della volontà di immobilismo che cerca di convincerci che niente è possibile. Non dobbiamo sbagliare nemico. Le vecchie guerre intestine in campo rivoluzionario devono lasciar posto all’unità di azione di tutte le nostre forze. Dobbiamo dubitare di tutto, persino del dubbio.

Il testo e il film sono liberi di diritti, possono essere copiati, diffusi, proiettati senza alcun limite. Sono totalmente gratuiti e non possono in nessun caso essere venduti o commercializzati sotto qualunque forma. Sarebbe per lo meno incoerente proporre una merce che avrebbe per vocazione di criticare l’onnipresenza della merce. La lotta contro la proprietà privata, intellettuale o altro, è la nostra forza d’urto contro la dominazione attuale.

Questo film, diffuso fuori da ogni circuito legale o commerciale, può esistere soltanto grazie al sostegno delle persone che ne organizzano la diffusione o la proiezione. Non appartiene a noi, appartiene a tutti coloro che vorranno prenderlo per gettarlo fra le fiamme dei combattimenti.

Jean-François Brient e Victor León Fuentes