nonostante non ho mai vissuto quegli anni vivo nel loro ricordo.. com'è possibile?
eric hobsbawm scriveva nel secolo breve: "Gli stili della gioventù americana si diffusero direttamente o attraverso l'amplificazione dei loro segnali mediante la cultura inglese, che faceva da raccordo tra America ed Europa, per una specie di osmosi spontanea. La cultura giovanile americana si diffuse attraverso i dischi e le cassette, il cui più importante strumento promozionale, allora come prima e dopo, fu la vecchia radio. Si diffuse attraverso la distribuzione mondiale delle immagini; attraverso i contatti personali del turismo giovanile internazionale che portava in giro per il mondo gruppi ancora piccoli, ma sempre più folti e influenti, di ragazzi e ragazze in blue jeans; si diffuse attraverso la rete mondiale delle università, la cui capacità di rapida comunicazione internazionale divenne evidente negli anni '60. Infine si diffuse attraverso il potere condizionante della moda nella società dei consumi, una moda che raggiungeva le masse e che veniva amplificata dalla spinta a uniformarsi propria dei gruppi giovanili. Era sorta una cultura giovanile mondiale."
ritengo sia giusto guardare con ammirazione a epoche del passato che ci appaiono utopie perfette e non piu attuabili.
RispondiElimina(a parte il fatto che il proverbio "si stava meglio quando si stava peggio" ci casca a puntino qui.. cio che è passato sembra sempre piu bello del nostro presente---> inclinazione naturale dell'uomo a lamentarsi della contingenza in cui si trova)
ma penso soprattutto che si rivolga al passato chi non ha nuove idee per innovare!
andiamo oltre enrico!!
fantasia e occhio infantile ci possono aiutare!!
henry brown